lunedì 21 dicembre 2015

Formaggi austriaci DOP e IGP

L'Austria è un territorio caratterizzato da molte zone montane e verdi pascoli, non stupisce quindi che la sua tradizione casearia sia fiorente e per lo più legata a formaggi di latte vaccino d'alpeggio.

Inoltre, i formaggi austriaci sono molto simili a quelli svizzeri e a quelli bavaresi, data la vicinanza delle tre zone.

Nell'Austria più orientale, quella al confine con i Balcani e l'Ungheria, prevale invece la fabbricazione di formaggi freschi, meno interessanti dal punto di vista qualitativo.

I 6 formaggi austriaci a marchio DOP, infatti, sono tutti della zona sud-ovest, quella alpina per intenderci del Tirolo:

Gailtaler Almkäse DOP
Tiroler Almkäse o Tiroler Alpkäse DOP
Tiroler Bergkäse DOP
Tiroler Graukäse DOP
Vorarlberger Alpkäse DOP
Vorarlberger Bergkäse DOP

Gailtaler Almkäse DOP

Il Gailtaler Almkäse è un formaggio austriaco di latte vaccino prodotto nella valle del Gail (il fiume detto Zeglia in italiano), situata tra il Tirolo e la Carinzia. Il primo riferimento al formaggio Gailtaler Almkäse si ha nel 1375 in un documento del conte di Gorizia poichè il metodo di produzione fu ispirato da quello friulano...

Tiroler Almkäse DOP

Il Tiroler Almkäse è un formaggio austriaco di latte vaccino prodotto durante il periodo estivo dell'alpeggio (tra giugno e settembre) in Tirolo, la regione sud occidentale dell'Austria. Questo formaggio è conosciuto con due nomi:Almkäse nella zona più meridionale del Tirolo, mentre Alpkäse nella zona settentrionale, ma in entrambi i casi il suo nome sta per "formaggio alpino" ...

Tiroler Bergkäse DOP

Il Tiroler Bergkäse, letteralmente formaggio tirolese di montagna, è un formaggio austriaco di latte vaccino certificato DOP dal 1997. Si differenzia dal formaggio prodotto nella stessa zona, il Tiroler Alpkäse DOP per il fatto che quest'ultimo può essere ottenuto solo durante il periodo estivo dell'alpeggio ...

Tiroler Graukäse DOP

Il Tiroler Graukäse, letteralmente formaggio grigio tirolese, è uno di quei formaggi che appartengono alla categoria dei sauerkase (formaggi poveri), prodotti cioè con latte acidificato senza l'aggiunta di caglio. Così come il Graukäse sudtirolese (presidio slow food), ottenuto nelle valli alpine dell'Alto Adige...

Vorarlberger Alpkäse DOP e Vorarlberger Bergkäse DOP

In Austria, oltre al Tirolo, troviamo un'altra zona vocata alla produzione casearia, quella dei monti Vorarlberger, sulla punta dell'estremo ovest, affacciati sul lago di Costanza. Qui vengono tradizionalmente prodotti due formaggi: il Vorarlberger Bergkäse (formaggio di montagna), e il...



giovedì 26 novembre 2015

Max, Trattoria in Opicina

Non puoi dire di conoscere la vera cucina tipica del luogo se non ti sei fermato almeno una volta a mangiare da Max, uno dei locali storici non solo dell’altipiano ma di tutta Trieste.
Opicina da sempre è il luogo dove i triestini durante l’estate si rifugiano per godere del clima più temperato e del ritmo placido dell’altipiano.
Ed è proprio nel centro di Opicina, dirimpetto al capolinea della trenovia con funicolare che da inizio secolo unisce il porto all’altipiano, che trovi una trattoria che ha superato il tempo. Già nel 1934 gli attuali proprietari portavano avanti la tradizione culinaria del luogo.
La jota, forse la ricetta più rappresentativa, una minestra contadina di fagioli e crauti. Gli asburgici “gnocchi di susini”, piatto così inconsueto per la cucina italiana da poter essere consumato sia come primo che come dolce. Come del resto i “kifeletti” dalla tipica forma a “U” che puoi provare con il sugo di arrosto o con lo zucchero.
O ancora la “lubjanska”, influenza della cucina slava, una cotoletta farcita con formaggio e prosciutto cotto triestino in panatura.
Nei mesi estivi puoi accomodarti all’esterno, sotto il pergolato in legno, protetto dai fiori con cui la proprietaria abbellisce il locale. È un’esperienza tipica, soprattutto la sera, immerso nella tranquillità e rinfrancato dalla fresca brezza dell’altipiano carsico.
Ma non devi aspettare la sera o l’estate per farti incuriosire dalla cucina tipica e popolare di Max, l’antica trattoria è aperta tutto l’anno, dalla mattina alla sera, ed è difficile farsi rifiutare un pasto anche agli orari più improbabili.
PHOTO GALLERY
CONTATTI
Max
Via Nazionale 43
34100 Opicina - Trieste IT
tel: +39 040 211160
trattoriamax@libero.it

mercoledì 18 novembre 2015

Osteria All'Anfora - la vostra grande famiglia a Padova

Aperta dal 4 dicembre 1992, e sita in Via dei Soncini vicino a Piazza delle Erbe a Padova, questa tipica osteria veneta è gestita dal simpatico Alberto che, insieme ai suoi collaboratori sa regalarvi un sorriso e 4 chiacchiere tutti i giorni.
Si inizia la mattina con le colazioni, con gli aperitivi prima del pranzo, il cui menù viene scritto a mano ogni giorno, per poi arrivare al pre serata con le ombre, non i soliti spritz; e per chi vuole, anche a cena potrete deliziare le vostre papille gustative.
La forza dell'osteria? La grande famiglia scelta da Alberto: persone che da anni lo affiancano in questo lavoro tra clienti italiani e stranieri di tutte le età, un team affiatato e dove la sincerità la fa da padrona.
Ogni giorno il buon Alberto si reca al mercato e compra personalmente gli ingredienti protagonisti dei suoi piatti, che tra un'ombra e l'altra accompagneranno i vostri momenti di convivialità all'interno di questo locale.
E allora venite a provare, Buon appetito!

lunedì 9 novembre 2015

Azienda TONiDORO

L’azienda TONiDORO nasce nel 2012 a compimento di un percorso iniziato dal capostipite, Antonio Doro, che nel 1956 arrivo in queste terre, tra le più suggestive del comune di Vittorio Veneto. L’azienda si sviluppa in un area collinare che si colloca perfettamente nel contesto della DOCG Conegliano Valdobbiadene. I vigneti sono adagiati sui pendii assolati delle colline vittoriesi. Insieme al particolare terreno si crea qui una micro zona che la rende unica e pregiata all’interno della denominazione.
In questa cornice si inserisce la tradizione di viticoltori che parte dal 1885 quando il bisnonno Matteo si insediò nella collina adiacente ed iniziò a coltivare la vite. Da allora la conoscenza e la professionalità sono state tramandate di padre in figlio fino ad arrivare a Silvano e Massimo Doro che hanno intitolato al nonno Toni la propria azienda. L' impegno è una ricerca continua a portare innovazione sia nella tecnica di campagna sia nella comunicazione verso i clienti.
Un altro aspetto che Silvano e Massimo tengono come punto di riferimento è la consapevolezza che la terra che coltivano non l’hanno ricevuta in eredità dai propri avi ma al contrario l’hanno avuta in prestito dai figli, che sono il loro futuro. Questa filosofia li spinge ad un approccio sempre più ecocompatibile nel pieno rispetto del territorio che li ospita.
Tutto questo lavoro si traduce in un vino sincero, di una moderata corposità e con un esclusivo profumo fruttato e floreale. Un vino dai toni non troppi alti, per essere servito sia come aperitivo che a tavola. Un’ emozione che ricorda la terra.
La loro è una passione che si tramuta prima in lavoro e poi in Prosecco Superiore!

mercoledì 4 novembre 2015

Il giornalista Rolando Anzanello a La Bottega dei Ricordi, al Ritrovo2 di Tezze di Piave

La redazione della trasmissione multimediale L'Italia del Gusto ha visitato il ristorante pizzeria Al Ritrovo 2 a Tezze di Piave. Moreno e famiglia hanno trasferito in questa splendida location, la loro sapienza enogastronomica, che ora può esprimersi ai massimi livelli.
Il Ritrovo2 è stato scelto per la serata de La Bottega dei Ricordi , dedicata al giornalista sanpolese
Rolando Anzanello.
E' difficile dimenticare le ore trascorse a convivio da Moreno, le lunghe chiacchierate che accomunavano Rolando, Oscar Sorgato, Gianni Roma e la brigata dei personaggi 'alternativi' che
s'incontravano nelle Terre del Piave.

mercoledì 21 ottobre 2015

Miele e formaggi marchigiani: protagonisti d’eccellenza Segreti e pregi di un abbinamento sano e genuino

Michelangelo ed il formaggio? Qual è il nesso? Ce lo ha spiegato Paolo Cesaretti, ad un appuntamento dei “Giovedì del Gusto” di Regione Marche.
Con una lettera, Cornelia Colonnelli comunicava a Michelangelo l’arrivo di “Casci di Guaimo”, un formaggio fresco, ora denominato Casciotta di Urbino, del quale Michelangelo si cibava mentre dipingeva la Cappella Sistina. La domanda che Cesaretti ha posto è: “la Cappella Sistina sarebbe così bella se Michelangelo non fosse stato così ben nutrito”?
La Casciotta di Urbino è un formaggio stagionato per 20 giorni, Denominazione di Origine Protetta, la cui caratteristica è di essere prodotta con il 70% di latte ovino ed il 30% di latte bovino. Questo lo rende un formaggio adatto ad essere consumato fresco, con abbinato del miele oppure ad essere cucinato in semplici ricette.
Insieme alla Casciotta di Urbino è stato presentato il “Formaggio di Fossa”, altra specialità marchigiana con una storia da raccontare: si narra, infatti, che, già intorno al 1400, a causa delle scorribande da parte di soldati in fuga, briganti e affini, i contadini delle zone nord delle Marche, per mettere al sicuro i loro viveri dalle inevitabili razzie, utilizzavano grandi buche scavate nella roccia per conservarvi granaglie ed altri generi alimentari tra cui i formaggi.
Con il tempo i contadini si resero conto che, con questa pratica conservativa i formaggi acquisivano un aroma ed un sapore più gradevoli. Iniziò così la tradizione di “infossare” i formaggi nella grande fossa di Talamello, che fu attiva fino agli anni dell’Unità d’Italia. La tecnica è però rimasta inalterata nei secoli. Oggi le fosse, per essere considerate idonee alla stagionatura, devono avere particolari caratteristiche, ed ogni fossa che voglia essere utilizzata per la produzione di formaggio deve superare un severo esame ed essere sottoposta ad un periodo “di prova” di tre anni prima di rientrare nel ristretto “club” delle fosse riconosciute. Ma nelle fosse non avvengono magie, ciò che accade, infatti, è che il formaggio oltre a fermentare, ha una consistente perdita di liquidi ottenendo una forte concentrazione che ne esalta le caratteristiche organolettiche.

mercoledì 14 ottobre 2015

NASCE IL CENACOLO DEL GUSTO

Dalle iniziative dei commercianti e degli artigiani di via Lourdes a Conegliano nasce Il Cenacolo del Gusto, sodalizio che aderisce alla Associazione L'Altra tavola e alla rete dei Borghi Europei del gusto.

Il Cenacolo promuove iniziative di informazione per valorizzare e far conoscere gli inediti del buon e bello vivere del proprio territorio (la Sinistra Piave), e di altri territori europei.

Le iniziative sono finalizzate alla conoscenza dei diversi aspetti delle comunità locali: la storia, l'ambiente, il patrimonio artistico e culturale, l'enogastronomia, ecc.

Questo blog di informazione racconterà le diverse iniziative e i protagonisti, talvolta silenziosi, del nostro territorio.

   Fabiana Faldon

martedì 13 ottobre 2015

Alla scoperta della Biodiversità agraria con gli Agricoltori Custodi

La Biodiversità marchigiana è stata al centro dell’incontro “Dalla tradizione il futuro”, relativo al ciclo di appuntamenti “I Giovedì del Gusto” organizzati da Regione Marche in occasione di Expo 2015.
Il lungo dibattito sulla Biodiversità ha portato a riconoscerle un ruolo fondamentale nello sviluppo sostenibile del progresso umano, soprattutto in campo agricolo, dove è costituita da una numerosa quantità di colture vegetali ed animali che si sono affermate nel corso dei millenni.
Ogni territorio racchiude ricchezze uniche che ne caratterizzano la specifica identità: la varietà o razza locale; lo stretto legame tra risorsa territoriale e gli usi, le conoscenze, le abitudini e tradizioni della popolazione; l’attività degli Agricoltori Custodi che rappresentano nel territorio un punto di eccellenza per la conservazione, la gestione, l’informazione e la divulgazione del materiale genetico autoctono.
Gli “Agricoltori Custodi” recuperano o tutelano colture ancestrali, più che mai attuali nel gusto, ma soprattutto sane e non geneticamente modificate; riscoprono sapori antichi e ci insegnano come la terra possa essere davvero generosa e meritevole di rispetto. Grazie a questi agricoltori ed allevatori, che per passione, cultura e dedizione hanno creduto nelle loro coltivazioni conservandole nel tempo, in occasione dell’incontro di Milano, abbiamo potuto affrontare un percorso di conoscenza e scoperta delle eccellenze che il territorio regionale può offrire.
Dalla Cicerchia di Serra de’ Conti, antichissimo legume diffuso nell’area mediterranea e nel centro sud della nostra penisola che dopo decenni di abbandono è stato recuperato e coltivato nelle colline marchigiane, alla Sapa (nettare d’uva), un mosto cotto che un tempo si preparava con grande cura in tutte le famiglie contadine, il percorso ha veramente rappresentato una scoperta di tradizioni e culture che formano un patrimonio di eccellenza, non imitabile.

mercoledì 2 settembre 2015

Al Larin, per lanciare Comunicare per Esistere in Istria

La rete dei borghi europei del gusto ha tenuto la conferenza stampa di presentazione del progetto Comunicare per Esistere,Stati Generali della Comunicazione Territoriale sabato 29 agosto presso la trattoria da Bepo al Larin, a Vittorio Veneto.
La manifestazione si terrà dal 17 al 20 settembre fra Conegliano e l'Istria e rappresenterà il punto d'incontro di borghi e territori di 20 Paesi e Regioni Europee.
120 i delegati ufficiali, con una folta rappresentanza del mondo della comunicazione e dell'informazione.
La conferenza stampa si è aperta con una visita 'gustosa' presso la cantina Toni Doro, per un aperitivo
che ha valorizzato “Dono”, un Conegliano Valdobbiadene DOCG Prosecco Superiore Brut.
"Dopo sessanta giorni di affinamento, possiamo degustare uno spumante dal colore giallo paglierino con una spuma fitta e cremosa un perlage elegante,fine e persistente - osserva Giovanni Meneghin, editore della rivista Il Gusto Italiano Magazine-. Leggera la frutta agrumata, gradevole il sentore di crosta di pane,delicati i fiori di glicine e acacia, si abbinano benissimo ai filetti di spigola, pesce al forno e piatti delicati."
A convivio da Bepo al Larin , Roberta e il suo staff hanno voluto creare un menù del tutto speciale, per
'accompagnare' i vini di Rogante. "Rogante- commeta Luigi che, assieme al giovane socio Marco, porta avanti l'azienda- ,non è solo prosecco di qualità e spumanti eccellenti ma idee nuove che si innestano nel cuore della tradizione e di essa mantengono quanto di buono c’è, come la qualità degli ingredienti e la conoscenza approfondita dei processi.Questo il terreno da cui ha preso vita la nostra collezione di spumanti fruttati Rogante, rivoluzionari nel gusto, esclusivi nella ricetta."
Una scommessa ampiamente vinta, come ha commentato Brunello Catana, direttore editoriale de Il Gusto Italiano Magazine.
Il crostino di baccalà mantecato ( con ExoticPassion, il profumo avvolgente del frutto della passione, dell’ananas e le note morbide dell’albicocca e della pesca ) ; il risotto con finferli ed altre...sorprese ( con
Green Fruits,avvolgenti sensazioni agrumate e un fine retrogusto di kiwi per uno spumante fine e rinfrescante) e il dessert (un tortino al cioccolato, per Rogante Cherry,Fragranze di ciliegia, velature di amarena e note di piccoli frutti rossi).
Hanno partecipato all'incontro Laura Panizutti, Family Banker di Banca Mediolanum (che sostiene e appoggia le iniziative di informazione ) ; Giuseppe Marin, nella sua doppia veste di rappresentante di Linda,Impresa di Servizi di Conegliano) e di storico locale ; Lorenzo Brusadolo (giornalista e comunicatore) ; Savina Demarch (Nutrizionista) ; Luigi Frassinelli (direttore di Gelaterianews e di ViVeTv.it), Massimo Bolgan e . dalla Germania, un grande dirigente d'azienda ,ai vertici di
una industria del comparto auto.
L'incontro si è concluso a Caffè Local, in viale Lourdes a Conegliano, ove Fabio e Matteo, hanno fatto degustare le delizie del loro personalissimo pianeta.Mai slogan fu più appropriato : il caffè come lo vuoi Tu!
All'incontro ha partecipato anche il prof.Nello Della Giustina,per presentare l'ultima sua fatica 'storica' : l'agile libro sull'Oratorio dei Santi Fermo e Rustico alle Rive di Carpesica (Dario De Bastiani Editore),pubblicato grazie all'aiuto di aziende locali ( Pradelbacco,Toni Doro,Trattoria al Larin,Falegnameria Michele De Poi).

martedì 16 giugno 2015

Lo Zero a Mogliano : i percorsi di Comunicare per esistere 2015

Il progetto di informazione 'Comunicare per Esistere 2015', promosso dalla Associazione Internazionale Azione Borghi Europei del Gusto e dall'Associazione l'Altratavola, ha inserito il percorso dei mulini del fiume Zero all'interno del circuito di terre d'acqua Aquositas. Partendo dagli appunti di Elisa Pasin in storiAmestre , stiamo riscoprendo il viaggio del fiume.



Lo Zero scorre tra alte arginature verdeggianti fino al mulino Bertoldo, a Campocroce,
Il fiume Zero nei pressi del mulino Bertoldo a Campocroce.

dopo di che, si spinge fino a Mogliano Veneto (provincia di Treviso) dove incontra il mulino Valerio nei pressi dello storico Terraglio .
Il fiume Zero presso l’ex mulino Valerio a Mogliano Veneto.

Nella carta Ittica del 1988-1989, si sostiene che in questo tratto: «Il fiume presenta evidenti arginature e scorre con velocità di corrente bassa tra terreni coltivati. La vegetazione delle rive risulta in questo tratto assente, mentre quella acquatica presenta una copertura pari al 50%. Il letto del fiume risulta costituito prevalentemente da sabbie, in particolare sabbia fine (87%) seguite da limi (8%) e da argille (5%). In questo tratto si ha un peggioramento delle condizioni generali rispetto alla precedente stazione (cioè a Badoere), sia dal punto di vista chimico e sia, soprattutto, nei parametri microbiologici».
Dopo un ripido e turbolento salto d’acqua lo Zero sembra “rasserenarsi”, muovendosi pacato verso il borgo del Colmello, appartenente al Comune di Marcon (provincia di Venezia). 

mercoledì 3 giugno 2015

A Ponte di Piave, una visita Ai Sapori

A Ponte di Piave, entriamo in punta dei piedi alla cicchetteria Ai Sapori.
Una nuova gestione. La curiosità è d'obbligo per i viandanti del gusto.
Ci accolgono due occhi al limite della favola : Cinzia è una ligure doc che ha voluto impegnarsi in una nuova avventura con l'emiliano Antonio ( di Modena) e i suggerimenti di Cristiano (pugliese di origine).
Così, da questa strana combinazione di diverse culture regionali, è nato Ai Sapori.
Osteria, innanzitutto, che offre il meglio di sé in una ricca scelta di cicchetti fantasiosi e tradizionali al tempo stesso. Ma quel che ci colpisce è l'atmosfera : di colpo ci vengono in mente le antiche osterie, luoghi sacri alla 'ciacola' e alla comunicazione orizzontale, ben oltre le distinzioni di ceto o di classe sociale. L'osteria come tempio 'laico', come punto di incontro, al di fuori dei tempi alienati del vivere quotidiano.
Poi l'osteria a mezzodì diventa anche trattoria e propone una cucina semplice,casareccia, sempre espressa, quasi a sottolineare questa vocazione di punto di passaggio non passeggero.
Ai Sapori propone lo spiedo (anche per asporto) e tutta una serie di delizie che provengono dalla Puglia ( i suggerimenti di Cristiano!), compreso un Primitivo che consigliamo vivamente di degustare.
Insomma una oasi per rendere felici i nostri sensi e le nostre ansie intellettuali, che altro non sono che le irrequietezze mai sopite di una vita sempre di corsa.

Ai Sapori è stata inserita nelle iniziative di informazione che i giornalisti e i comunicatori della rete dei borghi europei del gusto sviluppano per il progetto 'Comunicare per Esistere 2015' : ospiterà infatti degli incontri a convivio ispirati alla Liguria,all'Emilia e alla Puglia. Buon sangue non smente !

lunedì 25 maggio 2015

Belgio : La Vallonia, le birre trappiste e i percorsi della fede

Silvia Lenzi, direttore dell'Ufficio Belga per il Turismo Bruxelles-Vallonia di Milano, ha preparato per i comunicatori e i giornalisti della rete dei borghi europei del gusto delle cartelle stampa davvero esaustive.

Il primo incontro è stato dedicato alla Vallonia.
La Vallonia, la regione a sud del Belgio, è fra le più verdi d’Europa. Il suo territorio, che misura poco meno di 17.000 km, è ricoperto per il 90% da foreste secolari come le Ardenne e Les Fagnes, ed è attraversato da fiumi maestosi come la Mosa e la Sambre le cui rive scoscese e a tratti tortuose si possono discendere persino in kayak o navigare dolcemente lasciandosi cullare dal ritmo lento di una gita in peniche.
Ecco perché questa regione, composta dalle cinque province dell'Hainaut, del Brabante Vallone, di Namur, di Liegi e del Lussemburgo Belga, è la meta ideale per chi ama soprattutto una vacanza a contatto diretto con la natura. Invita infatti a scoprire i suoi innumerevoli paesaggi, a esplorare le sue stupefacenti foreste in un soggiorno al di fuori del tempo assieme alle piacevolezze di una buona tavola che si rifà alle antiche tradizioni rurali.
Ma la Vallonia è anche una terra ricca di storia e di arte con un passato di tutto rispetto che si rivela nelle affascinanti cittadine di Tournai, di Liegi, di Namur, di Mons dove, quando meno te lo aspetti, scopri un’antica abbazia, un castello, una fortezza, una roccaforte, un museo.
E per chi volesse recuperare il proprio benessere fisico, deve venire proprio in Vallonia. A Spa, la città delle terme ai confini del massiccio delle Ardenne, la reputazione delle sue acque è diventata un mito universale che si perpetua ormai dal XVI secolo.


Il Belgio è anche e soprattutto la patria delle birre trappiste, una vera chicca per intenditori. Esistono infatti solo otto birre trappiste al mondo di cui ben sei sono prodotte in Belgio e tre nella sola regione della Vallonia: le birre d’Orval, di Chimay e di Rochefort, che conservano i loro segreti nel cuore delle abbazie. In alcuni casi birrerie e laboratori dei monasteri si possono anche visitare. Dove invece non è possibile entrare c’è sempre un posto, un bistrot dove gustare quella birra speciale fatta a regola d’arte.

Le birre d’abbazia sono prodotte con l’antico metodo dell’alta fermentazione; generalmente corpose e di forte contenuto alcolico (da 6 a 9 gradi alcolici). La loro colorazione varia dall’oro carico, all'ambrato, al rosso cupo, al bruno scuro. Si richiamano alle birre che venivano anticamente prodotte in numerose abbazie belghe.
I nomi delle birre d’abbazia vengono da monasteri esistenti oppure storici che non esistono più: Leffe, Maredsous, Val-Dieu, Floreffe. Alcune, infine, conservano il nome dell’abbazia, ma non sono necessariamente legate alla produzione nelle strutture religiose.

Oltre alle celebri etichette delle birre trappiste di Orval, Chimay e Rochefort, esistono tanti piccoli birrifici artigianali come Dubuisson, Val-Dieu, Bocq, Val de Sambre e Achouffe solo per citarne alcuni. Ed è anche possibile seguire un itinerario, da percorrere in libertà con auto a noleggio, che consente di visitare le principali abbazie trappiste specializzate fin dall’epoca medioevale nella realizzazione di birra, cioccolato e formaggi artigianali, prodotti secondo un rigoroso codice etico che impone massima cura nella selezione delle materie prime, attenzione alle tecniche di produzione tradizionali e un modello commerciale finalizzato all’autosostentamento, senza scopo di lucro.

Il circuito include la visita di Bruxelles, Dinant, Rochefort e Namur. Si può far sosta nell’abbazia trappista di Notre Dame d’Orval, specializzata nella produzione di birra dal XVII secolo e nell’abbazia di Notre Dame de Scourmount, dove vengono prodotti formaggio e birra Chimay, di cui esistono quattro varietà. E alla fine del viaggio è posssibile fare una degustazione di cioccolato a Bouillon o visitare l’azienda familiare «Brasserie du Bocq» che dal 1858 produce milioni di litri di birra ogni anno.

Ma la Vallonia, la regione a sud del Belgio, è anche una terra ricca di storia e di arte con un passato di tutto rispetto che si rivela nelle affascinanti cittadine di Liegi, di Namur, di Mons e di Tournai, tutte destinazioni che meritano un viaggio perché a ogni angolo vi si può scoprire un’antica abbazia, un castello, una fortezza, una roccaforte, un museo.

Laboratorio Europa ha dedicato alle birre della Vallonia uno speciale incontro presso il pub Saxophone di Salgareda (Tv), autentica tana del gusto ove è possibile degustare le birre e la cucina di Daniele Rorato e della sua famiglia. Tre autentiche chicche hanno accompagnato la degustazione
di tre birre : un club sandwich assai particolare ( con porchetta trevigiana, frittata ed altre leccornie...) ; un panino con rucola e bresaola della Valtellina e un ultimo panino... piccante.

Info: www.belgioturismo.it

venerdì 8 maggio 2015

Apre l'Expo, decolla Comunicare per Esistere 2015 - L'intervento di Laura Panizzuti, Family Banker di Banca Mediolanum




Apre Expo 2015 e l' Associazione Internazionale Azione Borghi Europei del Gusto presenta i 180 appuntamenti a Milano e nel Veneto (Laboratorio Europa), che accompagneranno la storia del progetto 'Comunicare per Esistere 2015'.

Ogni giorno una doppia articolazione : visite interviste degustazioni stage di informazione partecipazione ad eventi della speciale unità di informazione a Milano. Visite interviste degustazioni stage di informazione a Laboratorio Europa, che si svolge in collaborazione e sotto il Patrocinio del Comune di Susegana.


La conferenza stampa di presentazione del progetto è avvenuta a Susegana, nella cornice delle iniziative di informazione di Laboratorio Europa.
Laboratorio Europa è un 'cenacolo' della comunicazione e della informazione territoriale, che si svolge nei mesi da aprile a settembre 2015, nella Sinistra Piave, soprattutto nel comune di Susegana.
Laboratorio Europa diviene il punto di incontro di esperienze di borghi e territori della rete dei Borghi Europei del Gusto, che stanno sviluppando il progetto 'Comunicare per Esistere 2015', in occasione dell'Expo.
Dieci regioni Italiane e dieci Paesi Europei raccontano alle telecamere della trasmissione televisiva L'Italia del gusto il buon e bello vivere di terre magari poco conosciute, ma semplicemente eccezionali!

L'iniziativa è sostenuta ed appoggiata da Laura Panizutti, Family Banker di Banca Mediolanum,che è intervenuta alla conferenza stampa di presentazione. “Non si tratta di una semplice sponsorizzazione , ma di una vera e propria partnership,con interventi nel corso degli incontri e dei dibattiti, non solo per presentare i prodotti e la filosofia di Banca Mediolanum, ma per portare un contributo concreto alle tematiche affrontate. In un certo senso, gli imprenditori hanno ‘sentito’ una presenza diversa,affidabile”.
La presenza di Banca Mediolanum conferma una scelta e una vocazione del Gruppo Bancario di essere vicino alle iniziative che si svolgono nelle comunità locali, al fine di dare una visibilità sul territorio e di sostenere con convinzione le attività culturali,sportive e del tempo libero che il mondo del volontariato organizza ed esprime.


mercoledì 29 aprile 2015

'La campagna nutre la città' al Complesso Monumentale della Chiesa Rossa a Milano, il 3 maggio

La speciale unità d'informazione del progetto Comunicare per Esistere 2015 (promosso dalla Associazione Internazionale Borghi Europei del Gusto e dalla Associazione l'Altratavola),interviene
a La Campagna nutre la Città,presso il Complesso Monumentale Chiesa Rossa, Via San Domenico Savio 3 a Milano,il 3 Maggio 2015 dalle 9.10 in poi
ingresso libero
Il Mercato Contadino de “la campagna nutre la città” è un viaggio all’interno del lavoro agricolo e un’occasione per comprare prodotti bio, parlando direttamente con coloro che li coltivano e raccolgono.


Il complesso monumentale Cascine Chiesa Rossa comprende attualmente cinque edifici: la Chiesa, la Canonica, il Portico, l’ex Stalla ora Biblioteca e l’ex Abitazione, oltre a un vasto parco pubblico. La Chiesa, costituita da una navata unica, con un’abside coperta da catino, è l’edificio più antico del complesso monumentale e si presenta come all’epoca dell’ultimo progetto realizzato all’incirca nella seconda metà del XII secolo. L’edificio si trova al di sotto del piano stradale di m 3.00, situazione determinata dalla costruzione del Naviglio Pavese nel 1365 e soprattutto dal suo ampliamento nel 1783. A questo seguì la divisione della Chiesa in due piani e la formazione di un accesso porticato, che dalla via Chiesa Rossa immetteva nell’edificio dal fondo della parete di nord-ovest. Nel 1960 il Comune di Milano acquistò il complesso Cascine Chiesa Rossa e nel 1966 avviò importanti lavori di restauro, che comportarono l’eliminazione di tutti gli interventi ottocenteschi, la sigillatura degli affreschi ancora presenti e il ripristino di quello che doveva essere l’aspetto della Chiesa nel XII secolo. Il restauro però non venne completato, la chiesa e gli edifici a suo contorno, rimasero del tutto inutilizzati per oltre venti anni durante i quali non fu possibile fermare il lento e incessante degrado.
L’ultimo intervento si è orientato verso il completamento dei lavori avviati nel 1966 e ha permesso l’insediamento di una piccola comunità religiosa e la riapertura al pubblico dell’importante monumento (testo a cura di Francesca Romana Galli).