domenica 4 ottobre 2020

La finanza sostenibile a Borghi d'Europa: la relazione di Laura Panizutti


 



Per i non addetti ai lavori, di solito “finanza”

significa solo una cosa: profitti a tutti i costi –

così Laura Panizutti, Consulente Finanziario di

Conegliano, da anni partner d'informazione

delle iniziative di Borghi d'Europa, inizia il suo

intervento - In realtà- continua Panizutti-, vi è

anche molto altro. Nel corso del progetto L'Europa

delle Scienze e della Cultura parleremo

di finanza sostenibile, una realtà

che fino a poco più di un decennio

fa era sconosciuta o quasi,

ma che ormai è una realtà nota

e consolidata. Un approccio capace

di cambiare di migliorare il

mondo, spostando le risorse verso

le attività responsabili nei confronti

del Pianeta e delle persone. In

un’ottica di lungo periodo (non

esistono scorciatoie e denaro facile)

la finanza sostenibile deve

porsi l'obiettivo di creare valore

indirizzando i capitali verso attività che non solo

generino plusvalenze, ma siano al contempo

utili alla società e non siano a carico del sistema

ambientale, così da promuovere uno sviluppo

autenticamente sostenibile sotto il profilo

economico, sociale ed ecologico.

Oggi, più’ di ieri, per lo stesso risparmiatore,

avere la possibilità’ di finanziare iniziative sociali

garantendosi un’attenta selezione dell’investimento,

è qualcosa di importante che lo rende

moralmente responsabile e attento al risvolto

sociale che possono avere le stesse sue azioni.

Quando gli garantiamo un’attenta selezione

degli investimenti, intendiamo l’inserimento in

un portafoglio, di titoli rappresentativi di aziende

con precisi requisiti, tra i quali il rispetto dei

diritti umani, dell’ambiente, l’assenza di coinvolgimento

nei giochi d’azzardo, la produzione

di armi, materiale pornografico ecc ecc. Certo

ad un’analisi finanziaria si affianca anche un’analisi

etica dell’investimento e questo potrebbe

costare di più! In realtà’ non è proprio cosi’: la

presenza di criteri di selezione etici non incrementano

i costi diretti per gli investitori, anzi

in molti casi queste spese vengono ridotte in

modo significativo.

Credo davvero si debba superare, anche

nell’ambito finanziario (per molti “ arido”), la logica

della massimizzazione del profitto, ponendo

invece più attenzione ai valori.

Infatti, come si legge in Lifegate20, (una società

benefit, considerata il punto di riferimento

della sostenibilità, che conta su una community

di oltre 5 milioni di persone interessate e

appassionate ai temi legati alla sostenibilità).

...con la crescita dell’interesse per la finanza

sostenibile, e del volume di asset gestiti, si moltiplicano

anche i prodotti finanziari sul mercato.

Tutti, però, si possono ricondurre a un fil

rouge ben preciso: integrano l’

Oggi, più’ di ieri, per lo stesso risparmiatore,

avere la possibilità’ di finanziare iniziative sociali

moralmente responsabile e attento al risvolto

sociale che possono avere le stesse sue azioni.

Quando gli garantiamo un’attenta selezione

degli investimenti, intendiamo l’inserimento in

un portafoglio, di titoli rappresentativi di aziende

con precisi requisiti, tra i quali il rispetto dei

diritti umani, dell’ambiente, l’assenza di coinvolgimento

nei giochi d’azzardo, la produzione

di armi, materiale pornografico ecc ecc. Certo

ad un’analisi finanziaria si affianca anche un’analisi

etica dell’investimento e questo potrebbe

costare di più! In realtà’ non è proprio cosi’: la

presenza di criteri di selezione etici non incrementano

i costi diretti per gli investitori, anzi

in molti casi queste spese vengono ridotte in

modo significativo.

Credo davvero si debba superare, anche

nell’ambito finanziario (per molti “ arido”), la logica

della massimizzazione del profitto, ponendo

invece più attenzione ai valori.

Infatti, come si legge in Lifegate20, (una società

benefit, considerata il punto di riferimento

della sostenibilità, che conta su una community

di oltre 5 milioni di persone interessate e

appassionate ai temi legati alla sostenibilità).

...con la crescita dell’interesse per la finanza

sostenibile, e del volume di asset gestiti, si moltiplicano

anche i prodotti finanziari sul mercato.

Tutti, però, si possono ricondurre a un fil

rouge ben preciso: integrano l’analisi dei dati

finanziari con quella dei fattori

ambientali, sociali e di buon governo

(in gergo ESG, dall’inglese

environment, society e governance).

Ambiente significa valutare

le scelte legate all’energia, l’impegno

contro il cambiamento

climatico e l’uso (ponderato o

meno) delle risorse naturali. Sul

versante della società entrano

in gioco le condizioni di lavoro

dei dipendenti e i rapporti con

la comunità locale e il territorio.

Un’azienda che ha una buona governance, è

trasparente ed equa in tutte le sue scelte, dalle

retribuzioni ai legami con la politica.”

Abituati come siamo a parlare o sentir parlare

di beneficenza o filantropia, forse non ci

siamo accorti che si è fatta strada una nuova

realtà: quella dell'impact investing.“ Si tratta osserva

Laura Panizutti-, di qualcosa di molto

diverso dalla filantropia: non donazioni a fondo

perduto ma investimenti veri e propri, che in futuro

dovranno portare un guadagno con tassi

che possono essere inferiori o superiori a quelli

di mercato. Tutto questo ottenendo un impatto

positivo sul Pianeta e sulla società. A partire

da novembre 2016, il primo fondo a impatto ha

fatto il suo ingresso anche alla Borsa italiana.”

La sfida non è certamente semplice, ma i

dati sono incoraggianti. Uno studio del GIIN

(Global Impact Investing Network) ha interpellato

209 investitori attivi nell’impact investing,

scoprendo che nel 98 per cento dei casi gli

investimenti hanno raggiunto o superato le

aspettative in termini di impatto sociale e ambientale.

Il 91 per cento degli intervistati dice

lo stesso per quanto riguarda le performance

finanziarie.

Quando si parla di etica e sostenibilità –

continua Laura Panzirutti - bisogna scontrarsi

con alcuni pregiudizi che sembrano davvero

duri a morire. Il più radicato è senza dubbio

quello per cui fare il bene del Pianeta sia un

sacrificio. Nulla di più sbagliato, nemmeno nel

mondo della finanza e sono i dati a dimostrarlo.

Analizzando oltre 2 mila studi accademici

condotti dagli anni Settanta in poi, si è visto che

il 90 per cento delle ricerche riscontra una relazione

non negativa” tra l’attenzione ai criteri

Esg e le performance finanziarie di un’impresa;

anzi, nella maggior parte dei casi le aziende

più responsabili sono anche quelle più solide

nel lungo periodo.

Ma quali sono i volumi della finanza sostenibile?

Ci dà una risposta la stessa Eurosif, che

ogni anno pubblica un approfondito studio sugli

investimenti sostenibili in Europa. “Dall’ultima

edizione, pubblicata a novembre 2016, si scopre

che nel nostro Continente il mercato degli

investimenti sostenibili e responsabili ha fatto

un balzo in avanti del 25 per cento tra il 2013

e il 2015. La finanza sostenibile non è più solo

materia per banche e assicurazioni, se è vero

che gli investitori retail (vale a dire le persone fisiche)

sono sempre più protagonisti, passando

dal 3,40 per cento al 22 per cento degli asset

gestiti”.

Gli investimenti basati sul rispetto di norme

e standard internazionali sono i secondi della

lista con più di 5 mila miliardi di euro, seguiti

dall’engagement (cresciuto del 30 per cento in

due anni) e dall’integrazione delle istanze ESG

(oltre 2.600 miliardi di euro). A chiudere la lista,

delle più stimolanti offerte.

Accanto a questi eventi speciali, rimane

gli approcci più innovativi e complessi: best in

class (493 miliardi), investimenti tematici (145

miliardi) e impact investing, con più di 98 miliardi

di euro. Degli investimenti a impatto, però,

stupisce la rapidissima crescita: solo nel 2011

erano fermi a 8,75 miliardi di euro e nel 2013

a 20 miliardi. Ciò significa che in soli due anni

sono cresciuti del 385 per cento.” (fonte: Lifegate20).









domenica 5 luglio 2020

Destinazione Delta del Po : i temi di ESOF2020



Borghi d'Europa, nel quadro del progetto “L'Europa delle Scienze e della Cultura” (2020/2021), sotto il Patrocinio IAI (Iniziativa Adriatico Jonica, Forum Intergovernativo per la cooperazione regionale nella regione Adriatico Jonica) e di ESOF2020 - EuroScience Open Forum Trieste, ha scelto il Delta del Po, come “locus”per il Percorso Internazionale Aquositas - Le Vie d'Acqua.
L'obiettivo dell'iniziativa è semplice ed ambizioso al tempo stesso: si tratta di creare relazioni stabili con il mondo dell'informazione nazionale ed europea, attivando mese per mese interventi, visite, incontri di informazione capaci di imporre il Delta all'attenzione dei media.
I giornalisti e i comunicatori di Borghi d'Europa hanno realizzato un viaggio a Porto Tolle, per
presentare ESOF2020 e rilanciare il progetto. Viene proposto un percorso informativo sui temi della sostenibilità,toccando i borghi e i territori coinvolti nelle iniziative di informazione.
Il luogo dell'incontro l'Albergo Italia e RistòItalia, con la sua cucina di terra e di mare.
 

ESOF2020,EuroScience Open Forum è la più rilevante manifestazione europea focalizzata sul dibattito tra scienza, tecnologia, società e politica. Creato nel 2004 dall’associazione no-profit EuroScience, il forum ogni due anni offre un’opportunità unica di interazione e dibattito tra scienziati, innovatori, politici, imprenditori, operatori della comunicazione e cittadini. Trieste è stata nominata Città Europea della Scienza 2020 e ospiterà la nona edizione di ESOF.
L’EuroScience Open Forum - ESOF2020 Trieste si svolgerà dal 2 al 6 settembre con una missione rinnovata. Se prima della pandemia l’evento rappresentava uno dei principali spazi di confronto multidisciplinare a livello europeo sui cambiamenti della scienza e della tecnologia e sul loro ruolo nella società, gli ultimi mesi di ansie e incertezze generalizzate hanno aggiunto motivazioni forse ancora più profonde. “Nel Porto Vecchio di Trieste ci saranno necessariamente meno relatori fisicamente presenti, molti si collegheranno da remoto”, afferma Stefano Fantoni, Champion dell’iniziativa, “ma più delle difficoltà organizzative ha prevalso l’urgenza del confronto di fronte a tutto quello che è successo negli ultimi mesi. Mai come in questo momento la comunità scientifica globale”, continua Fantoni, “deve dimostrare di essere all’altezza delle sfide che ci aspettano, a partire dalla ricerca di nuove modalità per continuare a far circolare le idee. La pandemia ha svelato in modo eclatante anche la rilevanza di una condotta etica solida nella diffusione dei risultati della ricerca e quanto lavoro vada fatto per migliorare il dialogo fra scienza e politica, fra esperti e media. ESOF è un evento pensato fin dalle sue origini proprio per favorire questo tipo di confronti.”
“Tenere ESOF2020 subito dopo la riapertura dell’Europa post-Covid è essenziale per discutere tempestivamente del ruolo della ricerca scientifica, dell’expertise e della comunicazione in questo contesto che non ha precedenti” afferma Michael Matlosz, Presidente di EuroScience. “Il nuovo format ibrido adottato per l’evento offre l’opportunità a tutti i professionisti della scienza e ai diversi stakeholder di partecipare attivamente al dibattito, di persona o virtualmente.”
e statis

lunedì 8 giugno 2020

ESOF2020 : al via le dieci settimane d'informazione promosse dalla rete internazionale Borghi d'Europa – La sostenibilità nella filiera del vino : l'incontro con RoncSoreli a Prepotto

Trieste è stata scelta per l’organizzazione di ESOF2020, la più rilevante manifestazione europea focalizzata sul dibattito tra scienza, tecnologia, società e politica. La manifestazione si svolgerà a Trieste dal 2 al 6 settembre. La candidatura era stata proposta dalla Fondazione Internazionale Trieste per il Progresso e la Libertà delle Scienze

ESOF (EuroScience Open Forum) è un marchio di EuroScience, Your Voice on Research in Europe, Associazione non-profit tra ricercatori. L’ESOF si tiene ogni 2 anni: Trieste segue Stoccolma (2004), Monaco di Baviera (2006), Barcellona (2008), Torino (2010), Dublino (2012), Copenhagen (2014), Manchester (2016) e Tolosa (2018).
La rete internazionale Borghi d'Europa, nel quadro del progetto L'Europa delle scienze e della cultura, patrocinato da ESOF2020 e dalla IAI (Iniziativa Adriatico Jonica,Forum Intergovernativo per la cooperazione regionale nella Regione Adriatico Jonica), propone un percorso informativo sui temi della sostenibilità nella filiera agroalimentare.
Inizia in questi giorni un viaggio d'informazione articolato in dieci settimane, che farà tappa
in diverse Regioni italiane e Paesi Europei, per incontrare il mondo della comunicazione e
far conoscere gli obiettivi e le iniziative di ESOF2020.
“ I temi della sostenibilità - osserva Renzo Lupatin,presidente di Borghi d'Europa-, non vengono affrontati con i paroloni o le disquisizioni filosofiche, ma 'intervistando' le aziende che praticano la
sostenibilità quotidianamente.E' così che abbiamo incontrato l'azienda agricola RoncSoreli di
Prepotto,Terra dello Schioppettino.”
Flavio Shiratti :
“Secondo l’accezione più classica della definizione, consideriamo il vigneto un ecosistema integrato con l’ambiente circostante. Pertanto dedichiamo risorse e attenzioni affinchè sia in grado di mantenere, anche in futuro, i processi ecologici che avvengono al suo interno.  Il tutto per poter garantire, anche alle prossime generazioni, la possibilità di beneficiare del potenziale enologico del sito.”
Viene posta, quindi,grande attenzione al terreno, alla sua fertilità naturale, rinnovata annualmente con concimazioni organiche. Vengono conservate le preziose aree boscate che incorniciano l’azienda fornendo rifugio ad insetti e animali. Viene applicata la difesa integrata nella lotta ai parassiti della vite. L'azienda interviene solamente secondo calendari dettati dalle condizioni climatiche, affinchè non avvenga lo sviluppo dei patogeni.
“Tutto questo- continua Schiratti-, richiede un grande sforzo che facciamo ben volentieri, per offrire un prodotto naturale che sia la massima espressione del nostro territorio.”
Sono stati questi principi che hanno spinto l'Azienda ad andare anche oltre. Nel 2016 si è infatti concluso il percorso di conversione al biologico di una parte dei vigneti e RoncSoreli ha quindi ottenuto, per gli stessi, la certificazione di operatore biologico..